Se ti occupi di discipline psico-corporee, di corpo e spiritualità, vorrei segnalarti due libri che ho trovato davvero eccezionali e di grande ispirazione.
Alexander Lowen nel suo libro ci guida in un viaggio entusiasmante attraverso “La “spiritualità del corpo”.
Già il titolo secondo me è meraviglioso, tendiamo spesso a considerare corpo e spirito come separati se non addirittura opposti.
il messaggio di Lowen è che è proprio nel corpo che possiamo cercare e trovare un autentica spiritualità incarnata.
Una Spiritualità così intesa è profondamente connessa con la salute, la vitalità e la grazia.
“La salute si manifesta oggettivamente nella grazia dei movimenti corporei, in un certo splendore irradiato dal corpo.”
La grazia per Lowen è fondamentale, in quanto “nel concetto di grazia, spirito e materia sono congiunti”, in teologia è definita come “l’influenza divina che agisce nel cuore per rigenerarlo, santificarlo, conservarlo”.
La grazia si esprime su tre livelli; animale, umana e spirituale. Quella animale, si manifesta sopratutto attraverso i movimenti spontanei delle creature libere e selvatiche, nel volo degli uccelli, nel passo felpato della tigre, nell’andamento regale della gazzella, nella loro immediatezza e organicità. La grazia propriamente umana riguarda più l’educazione e il garbo e un atteggiamento di gentilezza verso i propri simili.
La grazia spirituale riguarda invece
“la sensazione di un legame con un ordine superiore”
La separazione di queste dimensioni della grazia piuttosto che la loro integrazione costituiscono uno dei problemi fondamentali dell umanità attuale. La grazia spontanea animale, è persa a causa di un eccessiva intellettualizzazione, della riduzione del corpo a meccanismo inanimato, mentre la grazia umana non basandosi su spontanee sensazioni corporee di piacere non poggia su solide fondamenta ed è dunque debole e artificiosa.
Così la spiritualità diventa un fenomeno puramente intellettuale in quanto mente e corpo sono separati, e allo stesso tempo
“il corpo despiritualizzato è caratterizzato da una relativa insensibilità e mancanza di gioia”
Viviamo in una specie di corto circuito tra questi fattori fondamentali, piuttosto che in una loro sinergia e collaborazione che sembra essere l’unica strada per una spiritualità incarnata vissuta concretamente nel corpo e nel potenziale di vitalità che lo abita. Si può stare male nel proprio corpo perché ci si è allontanati da un autentica vita spirituale. Lo spirito si manifesta infatti nel corpo come vitalità, grazia e spontaneità. E forse Lowen ci suggerisce che non può darsi autentica spiritualità in assenza di tali fattori.
Lowen è particolarmente ispirato in questo testo e alcune sue affermazioni meritano di essere rilette e rilette e meditate a lungo.
Ad esempio:
“Quando si spezza il collegamento con il mondo esterno, viene meno anche il collegamento con il proprio sé corporeo.”
Consapevolezza di sè, ascolto del corpo e azione nel mondo e relazione, sono un tutt’uno.
Lowen ci offre anche alla fine di ogni capitolo molto esercizi pratici bioenergetici per ritrovare questa connessione spezzata.
Cito un’altra frase che suona come un forte invito alla riflessione per genitori e insegnanti:
“I bambini perdono la grazia allorché sono costretti a conformarsi alle aspettative esterne invece di seguire i loro impulsi interiori”
Le tensioni muscolari croniche sono il primo agente della perdita della grazia naturale, ed esse prendono forma nel processo di crescita quando frustrazioni e impedimenti continui e ripetuti vengono opposti alla naturale espressione dei sentimenti del bambino e più tardi del ragazzo. Qui Lowen dice un altra cosa secondo me fondamentale:
“La repressione di un solo sentimento tende a ridurre la sensibilità in generale. Se la rabbia è repressa, tendono a ridursi anche l’amore, la tristezza e la paura. ”
E’ da tenere a mente che quando allontaniamo un sentimento che ci appare negativo doloroso, stiamo compromettendo tutta la nostra capacità di sentire, stiamo indebolendo anche tutti glia altri sentimenti, anche la gioia, l’amore e la bellezza.
Per indebolire i sentimenti spiacevoli limitiamo e blocchiamo il respiro e dunque il fluire dell’energia vitale, mentre invece
“respirare profondamente è sentire profondamente”.
Per ritrovare una piena sensibilità che è capacità di apprezzare tutte le sfumature della vita, dobbiamo tornare a saper respirare pienamente e naturalmente.
Anche l’amore è prima di tutto un azione corporea nasce dall’ impulso a protendersi e ad aprirsi, così come l’impulso a ritrarsi genera la paura. Dalla libera danza ed espressione di tutte le tendenze che ci abitano può nascere un equilibrio vitale dinamico e corporeo fondato sulla spontanea espressione della corrente energetica della vita. Un libro che mi sento vivamente di consigliare a chiunque sia interessato al lavoro corporeo, alla bioenergetica, allo yoga e a chiunque cerchi dei fondamenti concreti alla propria aspirazione spirituale
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Il testo “Body Process” di J. Kepner riguarda il lavoro corporeo nell’approccio particolare della PsicoTerapia della Gestalt.
Molti presupposti sono in linea con il testo precedente in particolare il tema della separazione corpo-mente e della frammentazione del sè:
“Normalmente consideriamo il corpo come qualcosa di differente dal sé e davvero irrilevante per l’io (..) Siamo i prodotti di sistemi educativi e di programmi di formazione nei quali l’intelletto viene considerato come l’unico strumento pertinente del trattamento dei problemi dell’uomo (..)”
“Scindiamo il nostro organismo in un “io” che è composto di pensiero e di verbalizzazione, ed un “esso” che è composto di sensazioni fisiche ed espressione non verbale” .
Kepner ci avverte sopratutto che
“Quando rendiamo la nostra esperienza corporea “qualcosa di impersonale” piuttosto che considerarla “parte dell’io”, ci autolimitiamo, risultiamo impoveriti.”
Una buona parte del lavoro gestaltico con il corpo riguarda il ricucire questa dissociazione del sé dal corpo di cui tutti siamo partecipi in diversa misura. La ricerca dell’interezza, l’integrazione delle parti scisse, la realizzazione del pieno potenziale di ogni persona sono tratti cardinali della ricerca gestaltica, l’approccio della Gestalt mira a integrare le parti del sé.
Può accadere dunque che il corpo racchiuda in sé proprio quelle caratteristiche che nel nostro processo di crescita abbiamo cercato di allontanare rispondendo così alle sfide e alle ripetute pressioni dell’ambiente, facendo si che il corpo diventi il “sé rinnegato”.
Possiamo tenere fuori dalla consapevolezza il nostro sé rinnegato ostacolando i movimenti intrinseci alle parti che tendiamo ad escludere. Ad esempio possiamo irrigidirci per evitare i movimenti che ci spingono a protenderci verso gli altri se abbiamo escluso dal sé la parte spontanea e vulnerabile in virtù di un ostentata solidità e indipendenza.
“Se l’atto di cercare un contatto corporeo allungando le braccia è criticato o rifiutato, diventa un rischio mostrare il proprio bisogno di amore”
Oppure potremmo smorzare le sensazioni corporee connesse con la rabbia e l’aggressività contraendo i muscoli che si oppongono ai movimenti espressivi di tali sentimenti, desensibilizzandoci e separandoci sempre più dalle zone del corpo dove quelle sensazioni si manifestano.
Nelle psicoterapie del corpo o nei percorsi di counseling corporeo, l’efficacia consiste proprio nel legare e far lavorare insieme parola e corpo.
“A cosa serve accettare l’importanza e la realtà della mia capacità di essere tenero se mi sento incapace di ammorbidire fisicamente la mia muscolatura? Quanto ho veramente accettato la mia forza e la mia tenacia se poi la mia postura è malsicura e instabile?”
Ci sono molti punti in comune tra la bioenergetica di A. Lowen e la Terapia della Gestalt, anche se quest’ultima enfatizza di più il ciclo del contatto e le sue interruzioni, e introduce l’idea innovativa, che non era molto presente in Reich, secondo la quale
“la resistenza è una parte creativa della persona piuttosto che una corazza da abbattere”.
Uno dei compiti principali che il lavoro corporeo di natura gestaltica si propone è quello di
“aiutare a cambiare le strutture corporee cristallizzate o stereotipate in processi organismici attivi, e di facilitare l’integrazione della scissione del sè che è alla base.”
Ciò che è cristallizzato nell’io-corpo, ciò che si è irrigidito e strutturato può essere ricondotto alla sua natura di processo fluido attivo, ridiventando energia e risorsa disponibile, insieme ad altre, a seconda del bisogno del momento, piuttosto che risposta stereotipata e sempre uguale a circostanze diverse. Il processo terapeutico ricondurrà verso il fare esperienza di se stessi come totalità e completezza. Infatti
“Il dis-agio è il risultato della divisione del sè in parti e dell’erronea identificazione di una parte con il tutto.”
Il testo di Kepner è forse un po’ più specialistico e per addetti ai lavori, ed è comunque ricchissimo di idee spunti teorie e pratiche interessanti e innovative, molto indicato per chi conosce almeno un po’ la Gestalt e sia interessato al lavoro creativo con il corpo.
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Se ti sei incuriosito verso la Terapia della Gestalt e vuoi saperne di più, ti consiglio un buon testo introduttivo ma comunque molto esauriente e completo;